venerdì 27 novembre 2009

a maniche lunghe io sento

io ero una persona equilibrata.
poi ho perso l'equilibrio e sono caduta. e vabbè, può succedere...
il problema è che ora che mi sono rialzata mi sento davvero poco stabile. cammino su un sottile filo di acciaio brillante. teso. a piedi scalzi. godendo delle ferite che mi provoca. mi capita di avere paura di me stessa. di quello che potrei fare. di quello che ho fatto. ho paura del piacere che mi provoca. ho paura che possa diventare l'unico modo di provare piacere. ma questo è il mio mondo privato. fuori, non sono mai stata più bella, sicura e perfetta di oggi. sono tornata all'apparente perfezione. un passo avanti che, passando attraverso un celato buco nero, mi riporta indietro di miglia e miglia. e rifletto. i miei pensieri oggi sono solo solo
miei. io sono solo mia. e i sensi scoppiano in un autoerotismo mentale che si fa gioia e dolore. bello: dolore su dolore! e così vivo. vivo una vita schizofrenica tra dentro e fuori. e va benissimo così.
stamattina presto ho visto il mare. era meraviglioso e grigio. ero sola a guardare il mare. e solo io potevo esserci. solo io potevo vedere. solo i miei occhi. solo i miei respiri. e le mie maniche lunghe.

martedì 24 novembre 2009

ESERCIZIO DI STILE


avrei voluto un fucsia, ma non c'è.

che strano. è tutto così veloce, ora. è tutto anche così lontano. come se quella non fossi mai stata io. e pensare che credevo di non essere mai stata così me stessa, prima di allora. un esercizio di stile: perfetto formalmente, ma nulla più di questo. non c'era nulla che fosse vero. non le lacrime, non il dolore, e di sicuro non il piacere. tutto troppo intenso per essere reale in questa vita di schifosssimi colori pastello. mi risveglio oggi, dopo un lungo e onirico coma, dove tutti i miei sogni ed i miei incubi erano così vividi, e mi ritrovo uguale a me stessa, esattamente come ero. con le mie certezze, ripiombata nella caduta delle illusioni. e sto bene. totalmente. questa è l'unica realtà possibile e vera. come ho sempre saputo, del resto. non c'è nulla di sbagliato o di infimo. il resto è bello. è arte. ma l'arte è sogno. è stato tutto così semplice; non l'avrei mai creduto.è successo da un attimo all'altro. nel preciso momento in cui mi sono resa conto di essere prigioniera di un'inespugnabile fortezza che si ergeva su fondamenta di alito tiepido, sono stata libera. non c'è stata rinuncia. non c'è stato sforzo. non c'è stato nulla, perchè nulla c'era. resta solo un soffuso dispiacere di non poter portare in me il ricordo di una parte della mia vita che ritenevo importante, e che invece neppure esisteva.
ora vado. ho da fare. ho da vivere, ora.

lunedì 23 novembre 2009

QUELLO CHE DICONO_E QUELLO CHE NON DICONO

mi ricordo di una volta, qualche anno fa, stavo facendo degli stupidi test attitudinali per un concorso: mi chiesero di descrivermi con tre aggettivi... ne venne fuori una specie di spot di un'automobile tedesca.... O_O

sabato 21 novembre 2009

sta banana ti rimane 'ngann!!!


CRITICA ALLA RAGION PSICOLOGICA

L'azione non deve essere precipitosa, arrogante, sottoposta al primato della coscienza e finalisticamente orientata a modificare il mondo fuori di sè. essa, invece, va attesa come prodotto che nasce spontaneo in seguito all'esercizio paziente e alla disciplina. non nasce dallo sforzo, ma dall'assenza di sforzo: quando l'azione diventa spontanea, agire non consiste più nel decidere di far qualcosa al fine di ottenere un certo scopo. L'AZIONE DIVENTA ESPRESSIONE NON PIù DI CIò CHE SI VUOLE, MA DI CIò CHE SI è.
l'esercizio e la disciplina formano lo psicoterapeuta e fanno in modo che egli non applichi tecniche, ma sia terapeuta e curi dunque l'altro attraverso l'incontro.
la psicologia non può farsi senza psicologicità, perchè ha, come oggetto, il Soggetto: in questo paradosso c'è la sua cifra. la psicologia non può essere oggettivata perchè non può mai misconoscere il significato che un dato ha per il soggetto, e l'incidenza di tale soggettivo significato nella soggettiva economia intrapsichica."(la psicologia) non osserva il mondo da una precostituita nicchiascientifica: ha troppo da fare con il fuoco eracliteo che accende figure dell'anima". |WITTGENSTEIN|
è questa la cura: parlare alla vita e ascoltare la vita. e lo scopo non è che la vita guarisca, diventi normale, e nemmeno che cessino le sue sofferenze, ma che la vita diventi più sè stessa, che sia più onesta su sè stessa, che sia più fedele al suo demone.

giovedì 19 novembre 2009

18/11




oggi solo silenzio e lacrime che pensavo fossero finite
perchè c'è qualcosa di profondamente ingiusto
perchè non si deve recidere la felicità così
-e nei suoi occhi inconsapevoli ti vedo sempre-

martedì 17 novembre 2009

IL POTERE SALVIFICO DEL DOLORE FISICO

sono venuta in questo luogo virtuale con l'iniziale intenzione di annunciare una sorta di chiusura per cessata attività.... ho visto violare i confini di un gioco basato su maschere inviolabili ed ho pensato che la veridicità di quanto scrivessi potesse risentirne. come se finissi con lo spedire messaggi in bottiglia con tanto di firma e nome + indirizzo del destinatario mezzo corriere. ...la sola idea mi fa ridere __e, per inciso, non credo assolutamente che tu ti sia preso la briga di fare capolino qui__ MAPOIMAPOIMAPOIMAPOIMAPOI....... MACCHICAZZOSENEFREGA!!! a parte il fatto che continuo a fare il cazzo che mi pare, e comunque ormai mi sento così scevra da qualsivoglia vincolo che tra qualche post avrò già dimenticato la possibilità che ci sia un uditorio più o meno noto.
-ERGO-DUNQUE-INDI PER CUI-
||BENEDICIAMO, FRATELLI, IL DOLORE FISICO|| E DICIAMO AMEN|| AMEEEEEEEN||


f.to Maya

mercoledì 11 novembre 2009

TR_AV(V)OLTA

quando le siepi sono così alte. quando si è corso a lungo, a perdifiato, lasciando che il bel vestito si impigli e si strappi tra i rami nella corsa. quando non ci sono stelle nè sole. allora capita di perdere l'orientamento. so che quello che voglio è l'uscita, ma per quanto mi sforzi non riesco a trovarla. imbocco viali che, mentendo a me stessa, voglio vedere come possibili strade di salvezza. ma salvezza non c'è. probabilmente quando sono entrata nel labirinto la siepe si è richiusa alle mie spalle. c'è eco e umido. figure abbigliate in una strana foggia ogni tanto fanno capolino dall'ennesimo angolo. alcune inquietanti, altre mi fanno compagnia per un tratto di strada. come se quel tratto fosse in realtà tutto il percorso. quando smetto di parlare loro, scompaiono, lasciandosi dietro solo altro umido e altra eco. ___voci&voci&voci____&mani. inutili. penso mi trattengano dal mio scopo, ma forse fermarsi è l'unico modo di uscirne. fermarsi e lasciare che tutto mi ricopra in un'unica massa di foglie e rovi. urla e sangue. sono l'unico modo per convincermi che ancora esisto.

mercoledì 4 novembre 2009

OSTI (le) - (i)N_AZIONE

ho passato molti anni della mia vita a cercare di non essere come te. a condannarti, sempre, a disprezzarti, spesso e a compatirti, nella migliore delle ipotesi, qualche volta. poi, infine, ti ho compresa. con riserva, ma ti ho compresa. oggi io mi ritrovo ad essere come te. con i tuoi stessi aneliti, e nel tuo stesso vicolo cieco. mi condanno, mi disprezzo e mi compatisco, dunque. oggi io sono come te, con meno diritto di te ad esserlo. una sorta di legge karmica del cazzo mi porta a ripercorrere sentieri già conosciuti da altri punti di osservazione. e le similitudini sono inquietanti. imbarazzanti, quasi. la lungimiranza di cui il già noto mi fa avvalere, mi sprofonda nella certezza della stasi. so esattamante dove sono. so esattamente in quale ruolo sono. so esattamente come andrà a finire. lo so perchè l'hai vissuto tu prima di me. lo so perchè hai sbagliato prima di me. perchè sei sprofondata in sabbie mobili traditrici prima di me.
Pensiero,io non ho più parole.
Ma cosa sei tu in sostanza?
qualcosa che lacrima a volte,
e a volte dà luce.
Pensiero,dove hai le radici?
Nella mia anima folle
o nel mio grembo distrutto?
Sei così ardito vorace,
consumi ogni distanza;
dimmi che io mi ritorca
come ha già fatto Orfeo
guardando la sua Euridice,
e così possa perderti
nell'antro della follia.

Alda Merini, da "La terra santa"


Corpo, ludibrio grigio
con le tue scarlatte voglie,
fino a quando mi imprigionerai?
anima circonflessa,
circonfusa e incapace,
anima circoncisa,
che fai distesa nel corpo?

Alda Merini, da "La terra santa"

Spazio spazio, io voglio, tanto spazio
per dolcissima muovermi ferita:
voglio spazio per cantare crescere,
errare e saltare il fosso
della divina sapienza.
spazio datemi spazioch'io lanci un urlo inumano,
quell'urlo di silenzio negli anni
che ho toccato con mano.

Alda Merini, da "vuoto d'amore"

Non avessi sperato in te
e nel fatto che non sei un poeta
di solo amore
tu che continui a dirmi
che verrai domani
e non capisci che per me
il domani è già passato.

Alda Merini


Ti aspetto e ogni giorno
mi spengo poco per volta
e ho dimenticato il tuo volto.
Mi chiedono se la mia disperazione
sia pari alla tua assenza

no, è qualcosa di più:
è un gesto di morte fissa
che non ti so regalare.

Alda Merini, da "Clinica dell'abbandono"

Sono folle di te, amore

che vieni a rintracciare
nei miei trascorsi
questi giocattoli rotti delle mie parole.
Ti faccio dono di tutto
se vuoi,
tanto io sono solo una fanciulla
piena di poesia
e coperta di lacrime salate,
io voglio solo addormentarmi
sulla ripa del cielo stellato
e diventare un dolce vento
di canti d'amore per te.

Alda Merini, da "Alla tua salute, amore mio"


domenica 1 novembre 2009

<< RW

che banalità, che ripetitività, i tuoi turbamenti così, a comando. così prevedibili...
continuiamo a giocare a moscacieca allora, d'accordo (sì, si scrive così), facendo finta di non accorgerci di cosa accade. continui a confonderti e a sovrapporre tra loro immagini che non si appartengono, che non Ci appartengono. ma io sono me&te_e_tu sei me e questo lo sappiamo troppo bene. tu lo sai, io lo so. potranno esserci ore, anni di parole che fanno solo rumore, di altre persone, di altre vite che saranno comunque le nostre, ma ciò che c'è, resta. sempre. terror vaqui? no, grazie. non più.