lunedì 22 febbraio 2016

oltre l'io-pelle

e così le persone fanno figli. così. come se nulla fosse. e le altre persone, quelle che i figli li hanno già avuti, o magari non ancora, vanno a trovare chi si è appena affacciato all'universo della maternità, anche loro come se nulla fosse, portando qualche giochino, una tutina o mille consigli. come se fosse del tutto naturale passare da uno stato di persona finita ad uno di persona infinita, laddove i confini del sè vengono spostati oltre se stessi. io invece davanti a donne che fino a poco prima erano come me ed ora come me non lo sono più, resto incantata, come una bambina in un angolo, con la bocca spalancata dalla meraviglia. io assisto al miracolo. al miracolo della nascita di una nuova vita, non quella del piccolo, come si potrebbe pensare, ma quella della madre. una donna appena nata come madre. le osservo e mi chiedo come possano non impazzire,come possano ritrovare loro stesse per come si sono sempre conosciute, percepite. come possono, queste donne, percepire la continuità del loro stesso essere, riconoscersi. perchè per ogni nuova nascita dovrà pur esserci una morte. e mentre mi pongo queste domande mi lascio pervadere dal senso di meraviglia.

venerdì 9 gennaio 2015

le voci rauche mi fanno lacrimare gli occhi

 
e poi ci sono suoni che amo. suoni e rumori che mi fanno immediatamente sorridere. sono semplici, comuni, banali, ma, non so perché mi fanno subito provare una sensazione di benessere. il rumore che a volte, solo a volte, fa la gruccia che tintinna incontrando la barra dell'appendiabiti di una boutique. quel suono mi fa sentire come Audry Hepbourne in colazione da Tiffany... il caffè, quando sta appena iniziando ad uscire... quel rassicurante borbottio mi avvolge in strati e strati di morbido pile, mi fa sentire al caldo anche nelle giornate più fredde; il crepitio del fuoco mi da la stessa sensazione.. quando al polso si portano più bracciali che tintinnano l'uno contro l'altro, quello mi piace incredibilmente e affannosamente l'ho sempre ricercato, portando al braccio pesi da scoliosi. le campane: oh, mi mettono allegria e mi portano indietro nel tempo, immaginando di vivere in un assolato paesino degli anni '50! poi c'è quel respirino dei cuccioli d'uomo, quel piccolo sussulto di chi sta ancora imparando, simile al sospiro del mio gatto quando lo abbraccio troppo forte. il rumore del mio compagno che guida: è generato dall'attrito delle sue grandi mani con il volante... mi fa pensare a qualcosa di vissuto. le fusa del gatto e il rumore che in un vecchio spot del Nescafè una tipa faceva con il piercing alle labbra che urtava contro la tazza quando sorseggiava il suo caffè. non fumo più, ma il rumore della sigaretta quando aspiri (silence is sexy eisturzende neubaten) lo trovo sempre piacevolissimo. quando le mie amiche, quelle con le unghie da manicuriste tutte dipinte col gel picchiettano su una superficie di vetro, beh, mi fa venire voglia di averle (qualche volta c'ho pure provato, con risultati pietosi). e poi i campanelli... quelli li amo tutti.. soprattutto quelli con il suono attutito, quelli che si trovano nelle sfere di ferro o nei richiami degli angeli! le vecchie macchine da scrivere, dai.. suoni poetici dal rumore dei tasti al rullo che torna indietro...
ci sono rumori che mi piacciono, insomma. perché è nei particolari che si ritrova la bellezza. nelle piccole cose con la grande qualità di superare il rumore di fondo.

sabato 3 gennaio 2015

part/2

I miei seni nei tuoi palmi riposano. Ancora. E i nuovi incastri incontrano quelli ormai familiari e le abitudini si sommano alle scoperte. Scesi dal mondo delle idee platoniche viviamo le nostre vite imperfette, lontani dalle caselle, dai "hosemprepensatoche", dai buoni e dai cattivi propositi, annegando dolcemente nelle nostre verità, felici di ritrovarci, di nuovo, nei nostri incastri.
 
 

martedì 19 marzo 2013

undici

e comunque, resti il mio primo e più grande amore. a dispetto di tutta la psicoterapia, a dispetto degli anni trascorsi nel tentativo di sciogliermi dal tuo avvolgente abbraccio; eppure, non vi è posto al mondo nel quale mi senta più a casa, più sicura... ci sei da sempre, e da sempre sei senza rivali: mia dolce condanna e imperitura certezza. non cerco più di divincolarmi. oggi mi abbandono, sicura, a te. certa di non perdermi, perchè è da te che io sono e che andrò sempre più lontano. senza perderti. senza perdermi. oggi la piccina è cresciuta, e può concedersi di essere figlia.

giovedì 29 novembre 2012

la seduzione della banalità

ad un certo punto ti svegli, intorno ai 30 anni e ti scopri "normale". ma soprattutto, questo non ti spaventa più. resti un pò nel letto, sotto il tuo piumone avuto in omaggio con la eminflex, ti volti e vedi il tuo compagno che dorme, che sogna cose qualunque, non necessariamente da psicoanalizzare, non bello come un divo del cinema, nè problematico come uno appartenente alla categoria "io ti salverò" di cui tanto amavi circondarti, e resti lì, a goderti un pò quel momento, quel limbo prima di iniziare la ridondante routine quotidiana di lavoracucinaparlaamadormi. e lo apprezzi. ti rendi conto di apprezzare tutto ciò da cui un tempo fuggivi... cose banali ti fanno sentire a casa, ti radicano. hai finalmente un posto tuo, un segnaposto sulla tavola del vivere che porta scritto proprio il tuo nome. e assapori piccoli attimi di gioia.
...sì, vabbè, poi, certo, passa...

lunedì 15 ottobre 2012

DEPUR_AZIONE

oggi intendo depurarmi, o per meglio dire, ne ho assoluto bisogno. ma non quel tipo di depurazione che prevede l'assunzione di beveraggitisanoicidimacerateerbedecotteinacquadighiacciaio, no! e neppure parlo di depurarmi da 5 giorni 5 di iperassunzione della qualunque causa grosso buco emotivo e scarse possibilità sociali (per quello basta l'insalata di pranzo che mi accompagnerà per diversi giorni!)
oggi voglio depurarmi da ciò che mi porto dentro e che mi opprime come fosse un enorme parassita che cresce dentro di me, nutrendosi di me e dei miei rapporti. non parlo neanche del Tizio, quello è lì, e ogni tanto si fa sentire, ma poverino, mi suscita ancora un profondo senso di tenerezza e protezione, quell'infido bastardo! voglio depurarmi dalle ASPETTATIVE; di quella sorta di lenti attraverso le quali vuoi a tutti i costi leggere il mondo che invariabilmente ti delude con la sua mancanza di aderenza. quelle aspettative che non mi permettono di accettare Tu_che_sei_come_sei_e-non-come-ti-voglio-io. quelle aspettative che ti portano a combattere adenti stretti e con la morte nel cuore, perchè lo sai che stai distruggendo tutto ciò che di bello ti circonda e che rappresenta la Meravigliosa Possibilità. oggi voglio depurarmi, e voglio farlo anche delle PROIEZIONI: quelle Maledizioni scagliate non da sciamani (magari!) quanto piuttosto da chi con il suo amorevole essere ti ha portato, oggi, a vivere sempre lo stesso atto teatrale, con due o tre attori, non certo di più, che si avvicendano nei vari ruoli, impersonandoli tutti! sempre lo stesso copione, sempre gli stessi attori. oggi provo a dire ciao ciao ad aspettative e proiezioni, dunque, che non mi permettono di sentire l'autenticità e l'unicità di questo palpitante dono che sono le Relazioni. ciao al SENSO DI COLPA,  infine, voglio depurarmi anche di quello, perchè è inutile continuare a flaggellarsi in un girone senza fine solo per il gusto di sentirsi onnipotenti, per l'illusione che è da te che dipende tutto. adieu, come ultima cosa, anche al voler_mi/ti fare del male. per questo, però, non ho ancora trovato le parole.

lunedì 8 ottobre 2012

c'è gente che nasce malata. io no. io ho preso solo un raffreddore; nel mentre mi appariva come malattia invalidante, ma era solo un raffreddore. nel periodo che mi sono lasciata alle spalle stavo fondamentalmente bene nel dolore, come se fosse l'unico modo di vivere con autenticità. poi sono andata verso la vita. e nella mia vita c'è qualcuno che non ha ancora le parole, e che le sta imparando di giorno in giorno.

giovedì 4 ottobre 2012

E Poi Ti Accorgi Che I Mulini A Vento Che Combattevi Erano Veri Giganti

perchè è difficile ingibbonirsi quando ti scorre piombo fuso nelle vene. tu ci provi, ma ti rendi conto che è l'ennesima recita e che quella bacchetta magica è solo una stella di cartone in mano ad una tipa ambigua con la parrucca bionda, che più che una fatina, assomiglia ad una battona.. e allora ti abbandoni a te stessa, e a quel punto sei in caduta libera, in preda ai fumi del peggior alcol in una profondissima spirale-centrifuga.
poi se ti guardo, se mi tocchi, non sono più Alice che precipita nel paese delle Meraviglie, ma tutto intorno a me si ferma. a questo punto le varie opzioni si aprono davanti a me come finestre di Windows, a me la scelta... cosa voglio impersonare ora? la rabbia funesta senza senso ma pur sempre piena di inutili parole oppure il senso di gratitudine di chi, finalmente, trova l'accoglienza del tornare a casa?  lo scontro, il cibo, il nuovo chignon, tutti escamotage per non essere, per non sentire, per recitare in eterno lo stesso copione, in cui, se va bene cambiano le battute, ma alla fine la storia è sempre la stessa... perchè fà paura contattarsi, prendere in consegna te stessa nella nuda verità dei propri desideri. i muscoli della nuca si fanno contratti, la testa fa un male cane e tutto dentro di te urla che è arrivato il momento: respira, vivi, e scendi nei piedi perchè... the only way out is down...

giovedì 22 marzo 2012

SGRAMMATICANDO_&__anagrammando

scissa e non certo prolissa, con qualche prolasso d'animo qua e là... (d)efficiente, efficace (effi_mera[mente], certo, ma che non si dica in giro!).mi produco, ma produco poco. capricciosa e petulante tra le accoglienti mura domestiche, invece (in_vece del robot multiASSiale, con sirena e sblocco integrato; armato di razzi/missili e con una dedizione al lavoro nettamente superiore al suo iDEAtore), insicura, dicevo, e assolutamente e totalmente rompiballe. fondamentalmente triste, oggi, (dentro&fuori stavolta)e senza neppure la scusa della sidrome premestruale! cerco esempi che non mi rassegno a non avere, e le inettitudini altrui le marco a fuoco sulla mia pelle e nel mio mondo onirico. ah, già, il sogno di stanotte: forse tutto questo è solo frutto di un pessimo risveglio..

mercoledì 4 gennaio 2012

mutevol(ENT)ezza

STRANI, STRANI GIORNI, QUESTI.
giorni in cui tutto manca e sovrabbonda al contempo. volevo esserci per lei. e avrei voluto lei ci fosse. vorrei non volere, ma l'attimo in cui i miei desideri naufragano, mi assale di terrore. giorni di mutazioni continue e perenni ritorni e conferme e con_fermo. paura, fretta, tranQUILLI_squilli... muta tutto lentamente, in modo quasi impercettibile.. i tizi si svegliano e si riaddormentano a comando. tutto può iniziare, ora: via alle danze!
strani, strani giorni, questi...

mercoledì 27 luglio 2011

è una pioggia vigliacca e fantasma quella che cade oggi senza bagnarmi; una minaccia che ancora aleggia nell'aria, come una promessa punizione che, non sai quando, ma sei certa arriverà. proprio come l'attesa di un qualcosa di indefinito che prima o poi ti consuma la vita, o come l'attesa della pausa pranzo quando, come ora, i crampi ti strozzano lo stomaco. in definitiva non si smette mai di aspettare qualcosa. noi, tanti piccoli godot replicanti, fermi in fila sulla spiaggia a guardare i fuochi d'artificio, attendendo sempre il botto più grande, quello che ti risuonerà nello stomaco e nella testa, che c'è già stato in realtà, ma tu non sapevi che il più grande fosse proprio quello.
e così aspetti. e ti perdi tutto. anche io ogni tanto MI ASPETTO, tanto sono corsa avanti a me stessa.

lunedì 4 luglio 2011

IL FUNESTO DEMIURGO_Cioran

"Agli inizi, nella promiscuità in cui si operò lo slittamento verso la vita, qualcosa di innominabile dovette accadere, che si propaga nei nostri malesseri se non nei nostri ragionamenti. Che l'esistenza sia stata viziata alla sorgente, insieme agli elementi, chi potrebbe esimersi dal supporlo? Colui che non sia stato indotto a considerare questa ipotesi, come minimo una volta al giorno, avrà vissuto da sonnambulo".
dedicated.

lunedì 20 giugno 2011

BI_SOGNI

non sei ciò che volevo. ma forse non sapevo neppure cosa volevo. come si può desiderare una persona che non esiste ancora? come si possono immaginare le espressioni e le rughe di chi non ha mai incrociato il tuo sguardo, perchè forse non ha un viso dal quale poterti sorridere... non sapevo cosa volevo, o meglio, credevo di saperlo, ma non lo sapevo ancora. si finisce forse per desiderare ciò che si ha? ora lo so. lo so, e ti ho. strana coincidenza. e tutto ciò che non mi è dato di avere? forse non aveva poi tutta quest'importanza... sì, davvero strane circostanze e improbabili coincidenze.

mercoledì 16 marzo 2011

NARCI_sism(a)

io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io..... continuo a ripeterlo.... io! io, che sono io e non sei tu. io, che innalzata su quel meraviglioso piedi_stallo potevo vedere tante cose, ma raggiungerne davvero poche. io, che sommersa da tutte le aspettative aspetta_vo solo di essere riconosciuta in quanto me, e quindi, io! io, che ho trovato comoda una posizione insostenibile nella sua immobilità. io, che ce l'ho... ce l'ho... mi manca! io, che mi annoio e io, che mi appassiono. io, che i figli riescono a guardare più in là dei loro padri solo perchè sono saldamente issati sulle loro spalle. io, pera imperfetta. io, risolutrice ultima. io, educatamente composta. io, sempre la prima. io, e ricordati del cognome che porti. io, che ci metto un attimo, ma poi mi riprendo. io, che imparo da sola per non sbagliare davanti ad occhi giudicanti. io, che mi sparpaglio e mi reintegro. io.
io e gli altri oggi. la compagnia è buona.

martedì 1 marzo 2011

UO_men_I

quand'è che gli uomini si sentono soddisfatti? quando fanno 13 al totocalcio, ottengono una promozione, arrivano tra i primi mille alla maratona di new york, quando se ne escono con una battuta e tutti ridono, vincono una trattativa sul prezzo di una casa o di un paio di scarpe, quando entrano in un bar e gli basta dire: "il solito!", quando incontrano per caso una loro ex che gli confida: "nessuno mi ha più scopato come mi scopavi tu!", e allora, almeno una volta, devono farlo di nuovo, anche solo per educazione, ma non è che la cosa gli vada poi tantissimo, perchè quella culona in tailleur non c'entra più niente con la moretta dagli occhi guizzanti, la vita stritolata nei jeans, e le tette grosse, però bisogna: e un'erezione gli corre miracolosamente in aiuto. C.G.

uomini: esseri semplici. a volte li ammantiamo di femminile complessità, ma oggi mi piace ricordarli così, nella loro assurda banalità.

giovedì 24 febbraio 2011

NUDA

incredibile come ci si possa sentire nudi senza il proprio telefono cellulare. senza la prorpia connessione col mondo. sembra che l'intero universo si debba improvvisamente risvegliare e vomitare dappertutto barili di novità, che magari potrebbero riguardarti, ma tu non lo saprai mai... scorri mentalmente tutta la rubrica, con tutti i suoi magici numerini che sicuramente ti serviranno esattamente quando non avrai accesso a loro. e quella persona che non senti da tempo? beh, senza dubbio sarà ora, e solo ora, che cercherà di mettersi in contatto con te. proprio come quell'opportunità vorrà bussare alla tua porta nel momento in cui tu sei impossibilitata ad aprirle. e come quella notizia che tanto aspettavi giungerà con tutta la sua inesorabile verità, e tu ne resterai all'oscuro. o forse no. forse nulla di questo accadrà realmente. forse, semplicemente, eviterai un'unica, piccola, seccatura..

mercoledì 16 febbraio 2011

Morfeo & Co.

dal sonno alla posizione eretta. non alla veglia, sarebbe troppo. ancora le immagini oniriche si confondono con il piano di realtà che continua a sfuggirmi. e i doveri in una disarmonica commistione con i piaceri si fanno spazio nel mio super-io e nella mia giornata. quante brutture e nemmeno un volto umano, questa mattina. è per questo che mi sono sciolta da un caldo abbraccio? queste pareti non mi rispecchiano; e nemmeno i graffi impietosi lasciati dal tempo che le deturpano, o le arricchiscono, forse, chissà. preferirei abbandonarmi al vento che oggi ci da proprio dentro... abbandonarmi al piacere senza tempo...

domenica 30 gennaio 2011

i miei seni nelle tue mani riposano

ci credo hai detto. allora ci credo anche io. emozionata come una bambina dinnanzi a questo nuovo entusiasmante gioco di vita. già sai, ho detto io. e infatti tu sai, perchè io dò forma e voce ai pensieri., ma anche io so. e tu sai che io so. tu, muto, io, che ti insegno le parole e che so. sussurri, tu. spezzetti parole sputate fuori dai denti come a dover chiedere scusa per chi non ne è avvezzo. stringi e tieni, per sopperire ai finti silenzi, silenzi che invece amorevolmente e di continuo accarezzano le mie orecchie. i miei seni nel tuo palmo riposano. non cercarmi oltre, io sono già qui. rido e vivo di te. con te. ci sei, e con la tua presenza sostieni i miei pigri rimandare, contieni le mie inutili paure. e io per te. incastrati in una relazione contenuto-contenitore in cui ci conteniamo l'un l'altra in un gioco come d'illusioni ottiche. eppure non c'è nulla di più lontano di noi dalle illusioni. autentici, cresciamo giorno dopo giorno, avviluppandoci e intrecciandoci solo perchè ci piace.

lunedì 10 gennaio 2011

piove a goccioloni e gli odori si acuiscono. penetranti, umidi, ti si appiccicano dentro e aprono finestre di memoria. ricordo ancora vividamente quando, avrò avuto non piùdi 5 anni, Giustificasentii per la prima volta il mio profumo, quello che poi mi avrebbe accompagnata per tutta la vita, nelle grandi occasioni, quando volevo sentirmi più sicura, o quando volevo ristorarmi. ricordo che rimasi incantata ad osservare le meravigliose boccette di profumo di T., che campeggiavano sulla sua toilette. ricordo le mie mani e le mie narici passare avidamente da un colore all'altro, da una forma all'altra, da un nome all'altro, da un profumo all'altro. ricordo che, con in mano una boccetta dalla forma (allora) poco invitante e dal colore anonimo, mi fermai esclamando "questo è bello! questo è il mio!". lei mi sorrise e cinguettò che certo avevo buongsto. mi disse che ogni donna aveva il suo profumo, che in un certo senso la identifica ,e che se quello era il mio, mio sarebbe stato. così, a più o meno 5 anni, entrai in possesso della mia prima boccetta di Chanel N°5. tu sei il mio Chanel N°5, posso profumare di infinite altre fragranze, ma tu sei LA MIA. quella che mi piaceva prima ancora di annusarla per la prima volta. quella alla quale avrei pensato per il resto della mia vita come MY REAL FLAVOUR. sei il profumo che mi identifica anche quando non avrò la boccetta sotto mano. sei il profumo che non faticherò a richiamare alla memoria quando mi mancherà. sei il mio unguento benefico. oggi non sei più nella mia vita, non più nella mia giornata, ormai da un pò; eppure ci sei sempre. oggi mi profumo di una fragranza che mi sta bene, che mi rende felice, ma ciò non toglie nulla a te, mio eterno profumo. il profumo che è più me di me stessa. almeno nelle mie fantsie.
Il profumo è un ottimo libro.

lunedì 15 novembre 2010

.anche semplicemente pioggia

Pioggia fredda e prove generali d'inverno, attesa e gocce che scorrono rumorose sui vetri, le auto, le cose e le case, lavando quella malinconia che avvolge tutto in un lucido teatro di spettatori ingobbiti in giacche troppo leggere, non ancora rassegnati al maltempo, in totale ma blando autoconvincimento. Lunga notte di poco sonno, residui di pranzo che col loro saliscendi non mi han fatto dormire, Gatto in slow-motion che miagola per nulla, o forse semplicemente si lamenta, come spesso faccio anch'io, per quel buco invisibile in cui si cade senza saper rialzarsi, giorni ed ore senza topi da rincorrere, in una pacata favola quotidiana che coccola, graffia, invariabilmente ritorna.
Penso, mentre aspetto, a tutti i piccoli e grandi traguardi altrui, al dolore lacerante di chi perde e sa di non poter ritrovare, all'incertezza paralizzante che accompagna le ore, il tempo, al sonno cadenzato dei pendolari, alla ricerca, al senso e alla fragilita' del mondo sotto l'acqua...E mi sento finalmente immmune, bene, guarita come quando viaggio in treno e guardo il mondo per ore, osservo la vita degli altri senza compiacimento, senza domande sulla loro o, peggio, sulla mia, dall'alto di una quasi buddhita' che affermo senza falsa modestia, e che ho conquistato senza davvero cercarla. Mi perdo in arcobaleni rinchiusi in chiazze di benzina sull'asfalto
Prendo cio' che arriva, fosse anche semplicemente pioggia.

lunedì 8 novembre 2010

come libeccio

come libeccio, io. mi gonfio di forza incontenibile e poi, d'improvviso e d'incanto, con immutabile inconsapevolezza, resto. mi scarico di scrosci di pioggia e resto lì, vuota. così le passioni. sento di essere giunta al limite delle mie capacità di amare, poi vado ancora oltre, superandolo con agile destrezza, ampliando sempre più il mio essere e poi mi fermo. non regredisco, no, ma mi svuoto. conspevole che le mie vele saranno nuovamente gonfiate e infine strappate dal vento, che sono io stessa. il libeccio è caldo ed umido ed io sono calda ed umida nell'abbraccio d'amore, ma anche al di fuori di esso. ho provato la commozione dell'apice dell'incontro e non voglio dimenticarla quando sono sola.
Maya vuole, Maya è.

giovedì 28 ottobre 2010

ormai sei pazzo anche tu


Ci sono molti pazzi che se ne vanno in giro senza i pantaloni a molestare la gente e allora li rinchiudono in una casa protetta, così le chiamano, e quelli si accoppiano tra loro e fumano e defecano tutto il tempo, e non molto altro a parte riempire foglietti di numerini bizzarri e brontolarsi addosso. Questi pazzi sono riconoscibili, e allora è facile. Li prendi con la retina e li rinchiudi. Ma poi ci sono i pazzi delle singole, infinite sfumature, cioè tutti i pazzi che occupano i differenti livelli, le differenti gradazioni di pazzia da, che so, Gesù Cristo a chi si crede di esserlo. Non che Gesù Cristo fosse a posto, ma era per dire. La maggior parte della gente è pazza a questo modo, ovvero che devi frequentarla una vita per capire che è pazza, e quando lo capisci è tardi e ormai sei pazzo anche tu, perché a stare appresso a un pazzo finisci per abituarti alla sua pazzia e poco alla volta tu diventi pazzo come lui e lui come te, vi scambiate le vostre pazzie a vicenda, e alla fine non vi sembrate più pazzi ma vi sembrate e vi sentite normali, ma quando invitate la gente a cena e le servite bocconcini di gatto fritto quella strabuzza gli occhi e dice: “No, grazie, non ho appetito”, per non offendervi, e intanto pensa: “Questi sono completamenti pazzi!”, e poi dice: “Ora devo andare”, e dopo averlo detto prende cappotto e cappello, apre la finestra e vola via cinguettando. Io sono una pazza così (non che cinguetto), la gente mi sta appresso nelle mie farneticazioni pensando che alla fine ci sia un senso, nascosto da qualche parte, ma il senso no-n c’è, sono soltanto parole, parole correlate logicamente in gruppi di parole, periodi, considerazioni, ponderazioni, argomentazioni e ragionamenti,ma solo che non c’è una corrispondenza tra questo significato e chi l’ha prodotto, così come chi l’ha prodotto oggi; il tutto ha una parvenza di rispettabilità dialettica, è questo che li frega, ma alla fine, messi tutti insieme, non vogliono dire niente. Privi di significato. I ragionamenti di una deprivata mentale, questo sono, che non vuol dire che non abbiano senso presi singolarmente, ce l’hanno, ma solo che non c’è una corrispondenza tra questo significato e chi l’ha prodotto, così come chi l’ha prodotto oggi non ha corrispondenza con chi ne ha prodotti altri ieri, io non sono quella di ieri, né quello che dico, mi si formano le parole, dentro, le parole e i pensieri, tutto il giorno, e io lavoro per organizzarli in rispettabili, comprensibli ed estemporanee forme di senso, che forse è la cosa più sensata e vera e corrispondente a chi l'ha prodotta che abbia mai detto o scritto.
__tribute to c77___

martedì 26 ottobre 2010

IN_CORPORE

Se leggessimo di più Alexander Lowen, James Hillman, Oliver Sacks, Thich Nath Hahn, Gregory Bateson; se guardassimo più spesso i film con Robin Williams; se talvolta petassimo, ruttassimo, ci si strizzasse i brufoli, si emettesero flatulenze, dessimo libero sfogo ai miasmi, lasciassimo gorgogliare tutti i liquidi che abbiamo dentro e talvolta esondano fuori; se respirassimo coi pori e col diaframma e qualcuno ce l’insegnasse il primo giorno di scuola o subito dopo la sculacciata o il taglio dell’ombelico o del prepuzio per chi sta al caldo e poi gli dicono musulmano o ebreo per infangarlo; se ci si grattasse la schiena a vicenda nel bel mezzo di una riunione; se davvero ci abbracciassimo come scriviamo talvolta in fondo alle lettere; se copulassimo con più ardimento e ardore e adoramento; sì, sì, io credo che vivremmo meglio, noi sàbios del mundo civil.

sabato 23 ottobre 2010

sogni & RETROSPETTIVE

questa notte ho fatto un sogno d'altri tempi... di altri, MIEI tempi... mi ha scosso ripiombare in soffusi_confusi dolori dentro e fuori di me. un senso di disagio mi ha accompagnata per tutto il giorno, e l'abbraccio che mi ha accolto al risveglio non ha saputo consolarmi abbastanza. ero triste, non per me, ma per quell'essere che nel mio mondo onirico, e forse anche in un antro buio del mio animo, era sofferente e senza via d'uscita. è questa l'immagine di te che a me rimane? sono solo preoccupazioni? ancora? per te? ancora? mi auguro di no. ho abbozzato il racconto di questo sogno... non potevo raccontarglielo tutto senza turbarlo o lasciarmi turbare dalle conseguenti e dovute domande. al risveglio mi sono ritrovata a canticchiare questa canzone... ma solo adesso, molte ore più tardi, ho "ascoltato" il testo della canzone... congruenze? coincidenze? non voglio tornare a stati d'animo che oramai ritenevo superati ed estranei... queste parole non devono essere le mie, non più! queste parole raccontano di un'altra vita. di un'altra me. 
___E COSì SIA____

BECAUSE OF YOU

Because of you
the tears dead in my eyes
they freeze until I’m blind
the eyes a gift from you
because of you
the scratches on my face
will never be erased
by someone else’s warmth
because of you
the winter feeds my heart
while summer blows and burns
my disappearing youth
My love is gone
Never feel again
because of love
I feel nothing 
because of you
I’ll never feel again
the agony of pain
will never bruise or start
Because of you
our passion tends to lead
with all my lovers fate
with pieces from my heart
My love is done
never feel again
because of love
I feel nothing
Because of love
I feeeeel nothing
because of you
because of you
because of love
I feel nothing
because of love
I feel nothing

lunedì 18 ottobre 2010

baloon

lui è il filo che permette a me palloncino ad elio, di essere afferrato e di rimanere in contatto col mondo. il mio principio di realtà. il mio termine di paragone. volerei via, lo so. l''ho già fatto del resto. lui mi àncora al mondo che mi circonda, mi ricorda dove sono e cosa c'è attorno a me. lui è il mio filo, non la mano che lo trattiene. è la mia possibilità. posso ancora volare via, se voglio, ma ora posso anche rimanere qui.

sabato 16 ottobre 2010

e poi ci sono giornate come questa...

e poi ci sono giornate come questa, quando ogni piccola cosa ti sembra un regalo. è proprio quella piccola cosa di cui hai bisogno, quella piccola cosa che completa il puzzle della tua vita, oggi. in giornate come questa gli scrosci di pioggia cadenzati e ritmici sembrano seguire i ritmi dei tuoi desideri. e l'odore della terra bagnata sembra propagarsi solo perchè tu possa annusarlo. le immagini che vedi attorno a te sembrano essere proienzioni dei tuoi pensieri. la voce della persona che hai accanto è forte e sicura, proprio per te, e sembra una lunga carezza. e la stanchezza diventa una compagnia, lì solo per ricordarti quanto è stato bello.

venerdì 15 ottobre 2010

è la tua vita, ma rielaborata.

vediamo le nostre vite in termini di convenzioni narrative. le nostre relazioni in serie diventano dei sequel. la nostra infanzia, il prequel. i nostri amici, degli spin-off. penate solo alla velocità con cui tutti noi abbiamo fatto nostre espressioni come carrellata. o dissolvenza. o primo piano, controcampo... flashback... ralenti.... titoli di coda...

è la tua vita, ma rielaborata. forgiata a colpi di martello sullo stampo di una buona sceneggiatura. interpretata sul modello di un successo del botteghino. non c'è da stupirsi che tu abbia cominciato a valutare ogni tua giornata in termini di nuovi spunti narrativi. la musica che ascolti diventa colonna sonora. l'abbigliamento diventa costume. le conversazioni, dialoghi. la tecnologia che usiamo per raccontare storie diviene il linguaggio per memorizzare le nostre vite. per capire noi stessi. la cornice attraverso la quale osserviamo il mondo.

lunedì 4 ottobre 2010

SPLENDIDINCASTRI

che stranissima sensazione... vai ad aprire l'armadio del dolore, la camera oscura dove ricordavi di aver stipato tutte le tue sofferenze e... ti accorgi di aver lasciato la finestra aperta... giusto una fessura, che, in tutto il tempo trascorso dall'ultima mia visita, ha permesso il ricambio d'aria. i dolori, ossigenati, sono solo un ricordo che tuttalpiù rode un pò, ma null'altro. la polvere è stata spazzata via da una leggera brezza, e il colore degli oggetti accatastati ha ripreso vita. sto bene io, e credo che anche la sua vita non sia niente male. una sensazione di libertà pervade tutto il mio essere. e non è vero che la serenità è poco interessante. sono curiosa, sempre più curiosa di tutto ciò che mi attende. e di tutto ciò che ho già, ma che continuo ad esplorare e che continua a meravigliarmi. MERAVIGLIA. MERAVIGLIOSA. come le ultime giornate di mare che mi concedo, prendo vigore dall'acqua cristallina e gelida del mare, lasciandomi accarezzare dal tiepido sole, e non solo. ho la forza e la voglia di cercare e di farmi cercare. di amare. di un amore sano, che genera vita e non dissemina distruzione. rido, quanto rido! e mi abbandono in splendidi incastri.

mercoledì 22 settembre 2010

IN REL_AZIONE

entrare in relazione col mondo. questo ciò che voglio. sciogliendo tutte le tensioni e rompendo, con il ticchettìo di un'unghia, la lastra che mi separa da esso. valicare il sottilissimo confine che separa ciò che sento di voler fare dal farlo davvero. vivere. con tutte le conseguenze del caso. esserci. col corpo col cuore e con le parole. esserci di bacino. lasciarmi permeare da dolori e gioie. non risparmiarmi. lasciare che altri entrino nella mia claustrofobica boccia. guizzare in quelle altrui, saltando ed ossigenandomi. senza riserve. senza paura di essere invasa. senza il terrore di disintegrarmi. allargare le maglie della mia meravigliosa gabbia, mantenendo la forza ma aumentando l'autenticità. sono sopravvissuta fin'ora, perchè non goderne i frutti? vivere. senza misure di valore. senza stare nel fare per essere amata. vivere come ho sempre fatto dentro di me. tirarmi fuori.

giovedì 29 luglio 2010

I SOGNI DI GATTO

osservavo Gatto. lo osservavo mentre dormiva. e sognava. veloci immagini sembravano riempire quel suo sonno, in altri momenti così placido. chissà come sogna gatto. chissà quali immagini lo impegnano in espressioni contrite o spaventate. le immagini che popolano la mia mente sono incoerenti e colorate. si accavallano, fagocitandosi l'un l'altra. sono immagini di desideri, di dubbi e di rimpianti, tutte insieme. mi sforzo di non perseverare nell'errore dell'assolutizzazione delle esperienze e degli eventi. scaccio i pensieri definitivi. quelli che, pesanti come macigni, ti lasciano immobile, incapace di ogni movimento vitale. quegli stessi pensieri che a volte si mostrano leggeri e fastidiosi come mosche che ronzano e ronzano, distraendomi da me stessa. allora io ballo. ballo e brindo.
adieu, mosche...