Mi rintano, allora. tra musica e fumo e matite. la musica entra dentro di me, fuoriesce sotto forma di fumo dalla mia bocca e si imprime nella realtà materiale con le sembianze di linee su fogli ruvidi. sono in ascolto, ma quello che sento non mi piace, non lo tollero.
Solo versi gutturali si propagano da me alle orecchie del mondo. Sento la mia melodia, ma deve esserci un errore di codifica.
Correre, scappare non serve più, lo so da tempo. Ignorare, neppure... e poi lo strappo è così forte che non ne sarei in grado.
Ogni sussurro di ogni ora in cui sono sveglia scegliendo le mie confessioni tentando di mantenere un occhio su di te come uno sciocco ferito, perduto e accecato. Oh no, ho detto fin troppo, l'ho voluto io. (losing my religion- -REM)
A cosa serve ri-conoscersi, se poi nessuna stramaledetta camelia cresce sul muschio del tempio? se nulla, proprio nulla sopravvive. mai. mai, per me.
Lo spazio si dilata fuori di me. e rende tutto troppo lontano per poter essere toccato.
Lo spazio si dilata dentro di me.
Una rarefatta immagine di me stessa mi guarda con diffidenza.
Ho perso la pazienza.
Ora ho graffi di odio per la tua mano.
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