mercoledì 25 marzo 2009

ancora il tizio

un lento trascinarsi. una lunga agonia. si muore lentamente. il mio tizio adora queste cose. ama riavvolgere il nastro della mia /sua mente e rivedere le scene al rallentatore mille volte, indugiando spesso, sadico, su dolorosi fermo-immagine. è uno straziante fermo-immagine la mia vita oggi, e la vibrazione di quei vecchi video tape non è altro che la tensione muscolare dei miei sforzi. anche i miei muscoli cederanno, infine; in parte lo stanno già facendo, ma è la lacerazione quella che attendo. la attendo come una caritatevole mannaia. lacrime si mischiano a tetre risate. anche lui/me ride di me/se stesso. ci sono stati tempi in cui ho creduto che il tizio volesse mettermi alla prova, ma non è così. le sue dita lunghe e sottili, i suoi gelidi occhi azzurri tendono ad annientarmi/annientarsi; ma per poter fare questo deve prima crescere a dismisura, ramificarsi dentro di me, fino a prendersi il mio ultimo respiro profondo. a volte mi ci abbandono, mi arrendo a lui fino ad implorarlo prendere il controllo, e di farlo in fretta! ma lui no. in fondo è solo un piccolo tizio dentro di me, che vive da morto in me, che si nutre di me. lui non lo fa, e non lo farà mai, per il solo gusto di sfinirmi. sprazzi di autoconservazione animale mi riportano in fame d'aria. salgo in superfice, prendo una gran boccata a pieni polmoni e poi di nuovo giù. e poi di nuovo t u t t o d a c c a p o. e ancora. e ancora. e ancora. ma non si passa mai inutilmente infinite volte sull stesso punto. e a ben guardare, non è mai esattamente lo stesso. cammino in bilico lungo una sottile spirale, come un'equilibrista, e ogni volta il mio passaggio è sempre una spanna più profondo. verso il centro. verso il nucleo. verso il tutto condensato e primordiale. forse perderò infine la ragione. forse l'ho già persa. forse in fondo non è un male. forse.



Massive Attack - Teardrop