lunedì 15 novembre 2010

.anche semplicemente pioggia

Pioggia fredda e prove generali d'inverno, attesa e gocce che scorrono rumorose sui vetri, le auto, le cose e le case, lavando quella malinconia che avvolge tutto in un lucido teatro di spettatori ingobbiti in giacche troppo leggere, non ancora rassegnati al maltempo, in totale ma blando autoconvincimento. Lunga notte di poco sonno, residui di pranzo che col loro saliscendi non mi han fatto dormire, Gatto in slow-motion che miagola per nulla, o forse semplicemente si lamenta, come spesso faccio anch'io, per quel buco invisibile in cui si cade senza saper rialzarsi, giorni ed ore senza topi da rincorrere, in una pacata favola quotidiana che coccola, graffia, invariabilmente ritorna.
Penso, mentre aspetto, a tutti i piccoli e grandi traguardi altrui, al dolore lacerante di chi perde e sa di non poter ritrovare, all'incertezza paralizzante che accompagna le ore, il tempo, al sonno cadenzato dei pendolari, alla ricerca, al senso e alla fragilita' del mondo sotto l'acqua...E mi sento finalmente immmune, bene, guarita come quando viaggio in treno e guardo il mondo per ore, osservo la vita degli altri senza compiacimento, senza domande sulla loro o, peggio, sulla mia, dall'alto di una quasi buddhita' che affermo senza falsa modestia, e che ho conquistato senza davvero cercarla. Mi perdo in arcobaleni rinchiusi in chiazze di benzina sull'asfalto
Prendo cio' che arriva, fosse anche semplicemente pioggia.

lunedì 8 novembre 2010

come libeccio

come libeccio, io. mi gonfio di forza incontenibile e poi, d'improvviso e d'incanto, con immutabile inconsapevolezza, resto. mi scarico di scrosci di pioggia e resto lì, vuota. così le passioni. sento di essere giunta al limite delle mie capacità di amare, poi vado ancora oltre, superandolo con agile destrezza, ampliando sempre più il mio essere e poi mi fermo. non regredisco, no, ma mi svuoto. conspevole che le mie vele saranno nuovamente gonfiate e infine strappate dal vento, che sono io stessa. il libeccio è caldo ed umido ed io sono calda ed umida nell'abbraccio d'amore, ma anche al di fuori di esso. ho provato la commozione dell'apice dell'incontro e non voglio dimenticarla quando sono sola.
Maya vuole, Maya è.

giovedì 28 ottobre 2010

ormai sei pazzo anche tu


Ci sono molti pazzi che se ne vanno in giro senza i pantaloni a molestare la gente e allora li rinchiudono in una casa protetta, così le chiamano, e quelli si accoppiano tra loro e fumano e defecano tutto il tempo, e non molto altro a parte riempire foglietti di numerini bizzarri e brontolarsi addosso. Questi pazzi sono riconoscibili, e allora è facile. Li prendi con la retina e li rinchiudi. Ma poi ci sono i pazzi delle singole, infinite sfumature, cioè tutti i pazzi che occupano i differenti livelli, le differenti gradazioni di pazzia da, che so, Gesù Cristo a chi si crede di esserlo. Non che Gesù Cristo fosse a posto, ma era per dire. La maggior parte della gente è pazza a questo modo, ovvero che devi frequentarla una vita per capire che è pazza, e quando lo capisci è tardi e ormai sei pazzo anche tu, perché a stare appresso a un pazzo finisci per abituarti alla sua pazzia e poco alla volta tu diventi pazzo come lui e lui come te, vi scambiate le vostre pazzie a vicenda, e alla fine non vi sembrate più pazzi ma vi sembrate e vi sentite normali, ma quando invitate la gente a cena e le servite bocconcini di gatto fritto quella strabuzza gli occhi e dice: “No, grazie, non ho appetito”, per non offendervi, e intanto pensa: “Questi sono completamenti pazzi!”, e poi dice: “Ora devo andare”, e dopo averlo detto prende cappotto e cappello, apre la finestra e vola via cinguettando. Io sono una pazza così (non che cinguetto), la gente mi sta appresso nelle mie farneticazioni pensando che alla fine ci sia un senso, nascosto da qualche parte, ma il senso no-n c’è, sono soltanto parole, parole correlate logicamente in gruppi di parole, periodi, considerazioni, ponderazioni, argomentazioni e ragionamenti,ma solo che non c’è una corrispondenza tra questo significato e chi l’ha prodotto, così come chi l’ha prodotto oggi; il tutto ha una parvenza di rispettabilità dialettica, è questo che li frega, ma alla fine, messi tutti insieme, non vogliono dire niente. Privi di significato. I ragionamenti di una deprivata mentale, questo sono, che non vuol dire che non abbiano senso presi singolarmente, ce l’hanno, ma solo che non c’è una corrispondenza tra questo significato e chi l’ha prodotto, così come chi l’ha prodotto oggi non ha corrispondenza con chi ne ha prodotti altri ieri, io non sono quella di ieri, né quello che dico, mi si formano le parole, dentro, le parole e i pensieri, tutto il giorno, e io lavoro per organizzarli in rispettabili, comprensibli ed estemporanee forme di senso, che forse è la cosa più sensata e vera e corrispondente a chi l'ha prodotta che abbia mai detto o scritto.
__tribute to c77___

martedì 26 ottobre 2010

IN_CORPORE

Se leggessimo di più Alexander Lowen, James Hillman, Oliver Sacks, Thich Nath Hahn, Gregory Bateson; se guardassimo più spesso i film con Robin Williams; se talvolta petassimo, ruttassimo, ci si strizzasse i brufoli, si emettesero flatulenze, dessimo libero sfogo ai miasmi, lasciassimo gorgogliare tutti i liquidi che abbiamo dentro e talvolta esondano fuori; se respirassimo coi pori e col diaframma e qualcuno ce l’insegnasse il primo giorno di scuola o subito dopo la sculacciata o il taglio dell’ombelico o del prepuzio per chi sta al caldo e poi gli dicono musulmano o ebreo per infangarlo; se ci si grattasse la schiena a vicenda nel bel mezzo di una riunione; se davvero ci abbracciassimo come scriviamo talvolta in fondo alle lettere; se copulassimo con più ardimento e ardore e adoramento; sì, sì, io credo che vivremmo meglio, noi sàbios del mundo civil.

sabato 23 ottobre 2010

sogni & RETROSPETTIVE

questa notte ho fatto un sogno d'altri tempi... di altri, MIEI tempi... mi ha scosso ripiombare in soffusi_confusi dolori dentro e fuori di me. un senso di disagio mi ha accompagnata per tutto il giorno, e l'abbraccio che mi ha accolto al risveglio non ha saputo consolarmi abbastanza. ero triste, non per me, ma per quell'essere che nel mio mondo onirico, e forse anche in un antro buio del mio animo, era sofferente e senza via d'uscita. è questa l'immagine di te che a me rimane? sono solo preoccupazioni? ancora? per te? ancora? mi auguro di no. ho abbozzato il racconto di questo sogno... non potevo raccontarglielo tutto senza turbarlo o lasciarmi turbare dalle conseguenti e dovute domande. al risveglio mi sono ritrovata a canticchiare questa canzone... ma solo adesso, molte ore più tardi, ho "ascoltato" il testo della canzone... congruenze? coincidenze? non voglio tornare a stati d'animo che oramai ritenevo superati ed estranei... queste parole non devono essere le mie, non più! queste parole raccontano di un'altra vita. di un'altra me. 
___E COSì SIA____

BECAUSE OF YOU

Because of you
the tears dead in my eyes
they freeze until I’m blind
the eyes a gift from you
because of you
the scratches on my face
will never be erased
by someone else’s warmth
because of you
the winter feeds my heart
while summer blows and burns
my disappearing youth
My love is gone
Never feel again
because of love
I feel nothing 
because of you
I’ll never feel again
the agony of pain
will never bruise or start
Because of you
our passion tends to lead
with all my lovers fate
with pieces from my heart
My love is done
never feel again
because of love
I feel nothing
Because of love
I feeeeel nothing
because of you
because of you
because of love
I feel nothing
because of love
I feel nothing

lunedì 18 ottobre 2010

baloon

lui è il filo che permette a me palloncino ad elio, di essere afferrato e di rimanere in contatto col mondo. il mio principio di realtà. il mio termine di paragone. volerei via, lo so. l''ho già fatto del resto. lui mi àncora al mondo che mi circonda, mi ricorda dove sono e cosa c'è attorno a me. lui è il mio filo, non la mano che lo trattiene. è la mia possibilità. posso ancora volare via, se voglio, ma ora posso anche rimanere qui.

sabato 16 ottobre 2010

e poi ci sono giornate come questa...

e poi ci sono giornate come questa, quando ogni piccola cosa ti sembra un regalo. è proprio quella piccola cosa di cui hai bisogno, quella piccola cosa che completa il puzzle della tua vita, oggi. in giornate come questa gli scrosci di pioggia cadenzati e ritmici sembrano seguire i ritmi dei tuoi desideri. e l'odore della terra bagnata sembra propagarsi solo perchè tu possa annusarlo. le immagini che vedi attorno a te sembrano essere proienzioni dei tuoi pensieri. la voce della persona che hai accanto è forte e sicura, proprio per te, e sembra una lunga carezza. e la stanchezza diventa una compagnia, lì solo per ricordarti quanto è stato bello.

venerdì 15 ottobre 2010

è la tua vita, ma rielaborata.

vediamo le nostre vite in termini di convenzioni narrative. le nostre relazioni in serie diventano dei sequel. la nostra infanzia, il prequel. i nostri amici, degli spin-off. penate solo alla velocità con cui tutti noi abbiamo fatto nostre espressioni come carrellata. o dissolvenza. o primo piano, controcampo... flashback... ralenti.... titoli di coda...

è la tua vita, ma rielaborata. forgiata a colpi di martello sullo stampo di una buona sceneggiatura. interpretata sul modello di un successo del botteghino. non c'è da stupirsi che tu abbia cominciato a valutare ogni tua giornata in termini di nuovi spunti narrativi. la musica che ascolti diventa colonna sonora. l'abbigliamento diventa costume. le conversazioni, dialoghi. la tecnologia che usiamo per raccontare storie diviene il linguaggio per memorizzare le nostre vite. per capire noi stessi. la cornice attraverso la quale osserviamo il mondo.

lunedì 4 ottobre 2010

SPLENDIDINCASTRI

che stranissima sensazione... vai ad aprire l'armadio del dolore, la camera oscura dove ricordavi di aver stipato tutte le tue sofferenze e... ti accorgi di aver lasciato la finestra aperta... giusto una fessura, che, in tutto il tempo trascorso dall'ultima mia visita, ha permesso il ricambio d'aria. i dolori, ossigenati, sono solo un ricordo che tuttalpiù rode un pò, ma null'altro. la polvere è stata spazzata via da una leggera brezza, e il colore degli oggetti accatastati ha ripreso vita. sto bene io, e credo che anche la sua vita non sia niente male. una sensazione di libertà pervade tutto il mio essere. e non è vero che la serenità è poco interessante. sono curiosa, sempre più curiosa di tutto ciò che mi attende. e di tutto ciò che ho già, ma che continuo ad esplorare e che continua a meravigliarmi. MERAVIGLIA. MERAVIGLIOSA. come le ultime giornate di mare che mi concedo, prendo vigore dall'acqua cristallina e gelida del mare, lasciandomi accarezzare dal tiepido sole, e non solo. ho la forza e la voglia di cercare e di farmi cercare. di amare. di un amore sano, che genera vita e non dissemina distruzione. rido, quanto rido! e mi abbandono in splendidi incastri.

mercoledì 22 settembre 2010

IN REL_AZIONE

entrare in relazione col mondo. questo ciò che voglio. sciogliendo tutte le tensioni e rompendo, con il ticchettìo di un'unghia, la lastra che mi separa da esso. valicare il sottilissimo confine che separa ciò che sento di voler fare dal farlo davvero. vivere. con tutte le conseguenze del caso. esserci. col corpo col cuore e con le parole. esserci di bacino. lasciarmi permeare da dolori e gioie. non risparmiarmi. lasciare che altri entrino nella mia claustrofobica boccia. guizzare in quelle altrui, saltando ed ossigenandomi. senza riserve. senza paura di essere invasa. senza il terrore di disintegrarmi. allargare le maglie della mia meravigliosa gabbia, mantenendo la forza ma aumentando l'autenticità. sono sopravvissuta fin'ora, perchè non goderne i frutti? vivere. senza misure di valore. senza stare nel fare per essere amata. vivere come ho sempre fatto dentro di me. tirarmi fuori.

giovedì 29 luglio 2010

I SOGNI DI GATTO

osservavo Gatto. lo osservavo mentre dormiva. e sognava. veloci immagini sembravano riempire quel suo sonno, in altri momenti così placido. chissà come sogna gatto. chissà quali immagini lo impegnano in espressioni contrite o spaventate. le immagini che popolano la mia mente sono incoerenti e colorate. si accavallano, fagocitandosi l'un l'altra. sono immagini di desideri, di dubbi e di rimpianti, tutte insieme. mi sforzo di non perseverare nell'errore dell'assolutizzazione delle esperienze e degli eventi. scaccio i pensieri definitivi. quelli che, pesanti come macigni, ti lasciano immobile, incapace di ogni movimento vitale. quegli stessi pensieri che a volte si mostrano leggeri e fastidiosi come mosche che ronzano e ronzano, distraendomi da me stessa. allora io ballo. ballo e brindo.
adieu, mosche...

domenica 11 luglio 2010

GODI_MENTI

mi piace essere accarezzata e presa in giro. adoro essere e potermi mostrare forte e fragile. anelo attimi rubati e godo delle (in)terminabili ore di complicità e vicinanza. mi piace quando al mattino mi chiede il caffè con voce incerta e un pò impastata. sorrido alle sue sporadiche assenze. amo il suo canto quando, all'apice del piacere, muore su di me. resto incantata ad osservare i suoi occhi che guardano la Bellezza, la cercano e la riconoscono quasi ovunque. mi lascio trascinare all'accendersi dell'entusiasmo nei suoi occhi quando vuol dar vita ad un'idea estemporanea. mi piacciono anche le sue incertezze e le sue titubanze, e il modo, un pò bambino, che ha di andare un attimo in apnea prima di dirmi qualcosa che lo imbarazza. lascio che tutto questo piacere viva in me come la risacca del mare, che si propone e si ritrae all'infinito. lascio che esso si celi al mio sguardo_talvolta_ e che magicamente ricompaia, sorprendendomi..

mercoledì 7 luglio 2010

segni&disegni

che stronza! mi sono boicottata da sola.. domande evitabili e risposte inquietantemente sovrapponibili a traumi male cicatrizzati. allora il problema è davvero il mio. il caso non c'entra fottutamente niente! e così mi sono sentita calpestata ed annientata, di nuovo. ma solo per un battito di ciglia. ora non più. e vabbè, cosa posso farci... non saprei comunque essere in nessun altro modo.. allora rido delle mie disavventure, e piccole ferite di giustappongono a tutte le altre. le cicatrici, tanto, rendono più interessanti (o no?) e aiutano la memoria.segni su di un corpo che incassa, sente il dolore, ma si rigenera. su un corpo vivo.

venerdì 18 giugno 2010

MEMORIE & FALLACI PENSIERI

DA QUALCHE GIORNO LA MIA MENTE è RIMASTA INCASTRATA IN PENSIERI CHE FURONO.. DI NUOVO PENSO & PARLO IN SOLITUDINE... I RICORDI RITORNANO, VIVIDI. I PROFUMI LI SCATENANO E I LUOGHI SEMBRANO ESSERSI ACCORPATI IN NUOVE GEOGRAFIE PER IL PURO GUSTO DI RIATTIVARMI MEMORIE ANTICHE. LONTANO E VICINO. E IL TEMPO, CHE DAVVERO NON ESISTE, SI MUOVE CONTINUAMENTE IN FIGURE CALEIDOSCOPICHE.CONTRAZIONI E DILATAZIONI. è STATO TANTO, TANTO TEMPO FA, MOLTO PIù DI QUANTO NON CREDESSI.. QUANTO FACILMENTE CI SI ABITUA A COSE PROCURANO SOLO DOLORE.. NOSTALGIA DI CIò CHE GIà NON ERA.

venerdì 4 giugno 2010

UN GIORNO TI SVEGLI E TI ACCORGI CHE SAI CORRERE SUI TACCHI

TIMIDAMENTE VIVO. SPERIMENTO. E MI PIACE. LUI MI PIACE. NON CREDEVO SAREBBE STATO POSSIBILE. SPERIMENTO NUOVE VERSIONI DI ME STESSA IN NUOVE REALTA'. IL BUIO MI SEMBRA ORA MOLTO LONTANO. SONO STATA BRAVA. PROPRIO BRAVA, Sì. TENGO ANCORA IL CONTO, MA "IL TEMPO NON ESISTE" E ALLORA VIVO STRANE SOVRAPPOSIZIONI DI SPAZI E TERMINI E CORPI. CERTO, UN PO' DI PAURA MI ACCOMPAGNA ANCORA, MA ORA LA PAURA FA SOLO IN MODO CHE IO MI PROTEGGA, NON CHE MI CONGELI. DESIDERO DI NUOVO. E_PORCA PUTTANA_SE SONO BELLA!
INSOMMA, UN GIORNO TI SVEGLI E TI ACCORGI CHE RIESCI A CORRERE SUI TACCHI!!!

giovedì 20 maggio 2010

CERTIFICATO DI SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE

gibbonamente pucci pucci. e la mia rabbia infiamma. ma solo per un pò. poi affiora un sorriso. per me. mi burlo della mia arroganza e dell'invidia malcelata. ma in fondo è tutto così lontano da me. pochi respiri ancora e il sorriso si rafforza. per te, stavolta. sei felice? ti immagino felice. ti immagino vivere un amore. ti immagino viverne uno che io non comprenderei , tutto puccipuccibumbumbum. con una persona che mi farebbe impazzire dopo i primi 5 minuti.. ti immagino felice, ed è così che voglio continuare ad immaginarti. ora io so amare. a prescindere dall'oggetto d'amore. e questo anche grazie a te. ma ora so anche essere felice. so amarmi. mi nutro di bellezza e di tutto ciò che mi sfiora, di volta in volta. sento il mio torace così ampio, oggi. sento di poter far dei respiri che riempiono ogni angolo della mia persona. oggi sono capace di affrontare tutto, senza farmi annientare. senza confondermi con te. ho riacquistato i miei confini e le mie caviglie sono diventate in grado di sorreggermi. ora le mie caviglie VOGLIONO sorreggermi, e lo fanno respirando e sorridendo. mi protendo verso il mondo. capace finalmente di succhiarlo e di sentirne il sapore. ricevo e do. come in una danza giapponese, molto femminile. sono armoniosa e alla ricerca di armonia. non voglio più farmi alcun male.

lunedì 10 maggio 2010

Ri_Conciliazione

ed è passato il primo bimestre. non ho atteso i due anni, infine. non che non volessi, ma non ne ho avuto la possibilità. le maniche si accorciano e finalmente non lasciano quasi intravedere più alcun segno. le albe e i tramonti si avvicendano immersi in dolcezze che ancora non riesco a comprendere, forse perchè ne ho paura. il regno di morfeo continua a parlarmi di Te, ma al risveglio sono ancora io, integrata e forte come sto cercando di essere. ora il mio corpo mi parla di me. non più di te. mi dice che i miei piedi sono come radici che penetrano a fondo nel terreno e che la mia schiena, con la testa poggiata in cima, si protende dove l'aria è pulita e riesce a nutrirmi. i miei fianchi si muovono liberi, lontani dal tuo ricordo e lo sguardo è puntato quasi sempre in avanti. sono bella ora. molto più bella, e il mondo mi rispecchia questa bellezza e la amplifica. mi chiedesti, in un tempo lontano, se mi volevo bene. credo di volermene. ora. da quando non ci sei più. prendo ciò che mi nutre, che è in grado di nutrirmi davvero, e null'altro. scivolo come l'acqua, muto di forma e vario la velocita, in labirinti di tubature in cristallo a cielo aperto. non c'è nulla che non possa fare, nulla che io non voglia provare. in divenire. continuo. ve_ro. non come quello cupo e senza senso a cui mi avevi abituata. non sono un derviscio, certo. non ancora. ma tutto nella mia mente e nel mio petto ha preso la giusta dimensione, nonostante il mondo delle co_incideze pare si sia prepotentemente organizzato per far involvere il mio pensiero. non mi faccio più fregare. 
e il jazz palpita.

giovedì 22 aprile 2010

di tanto in tanto mi reco in questo posto per avere l'illusione di parlare con te. perchè a parlare da soli o a Gatto, alla lunga si diventa patetici.TU. solo tu sarai TU. LUI non sarà mai TU. anche se afferma di avere le mani palmate... di te qualche ricordo. tutto quello che è stato, solo per conservare qualche ricordo? pare di sì. di te mi resta qualche termine, qualche modo di dire, qualche abitudine, e come non far rimanere attaccato alle mani l'odore della cipolla quando cucino. il tutto sempre nella strana commistione, quella strana sensazione che ho sempre avuto di non sapere con esattezza quello che appartiene a me e quello che invece mi viene da te. di me a te? se te lo chiedessi non credo sapresti rispondermi. ma in ogni caso, non vorresti rispondermi comunque. ieri ho seguito una ragazza, in uno stato completamente delirante. sembrava proprio lei. quale delle LEI? quella con la quale mi hai sempre fusa e confusa. a quale scopo l'ho fatto? non saprei dirlo. forse non c'era alcuno scopo. ed è proprio questo ciò che più mi ha spaventata.. il perdere il controllo delle mie azioni. non è la prima volta. questo mi viene da te, lo so, ma quello che non so è se in realtà appartenga a me o meno. vanaeggiamenti. continui, sporadici, spariranno infine. Strega mi dice che devo ancora elaborare. non so se voglio farlo. elaborare la tua perdita sarebbe ammettere che ti ho perso per sempre. per la prima volta sento davvero che è così. ma non mi va proprio di ammetterlo. DOLOROSAMENTE TUA. (il sogno fu profetico). WHERE THE WILDE ROSES GROW. 
saluti e baci.

sabato 3 aprile 2010

PRIMAVERA TRISTE

ci sono dei giorni in cui sembra vada tutto bene. giorni in cui il tuo pensiero è lontano. giorni baciati dal sole, direi. la vita prova ad andare avanti ed io a reinventarmi un pò. ma nelle mie nuove costruzioni spuntano sempre fuori le mie vecchie cicatrici, quelle che tu hai intagliato con tanta cura sulla mia pelle, nella mia carne. non avrei mai voluto conoscerti, dicevo. non posso nemmeno pensare che avrei potuto non conoscerti mai, pensavo. ora... ora credo che l'averti conosciuto non ha avuto nessun significato, non ha aggiunto o tolto nulla alla mia esistenza. ora, per la prima volta, so che questo distacco è per sempre. mai più quello stato di grazia. quell'amore incondizionato. neppure più il piacere. per la prima volta sento il disgusto, e una sensazione di sporcizia. non so nemmeno più per quale motivo specifico. non l'avevo mai provato prima, non nei tuoi confronti, nonostante tutto. ed è così che con distacco la tua figura mi appare sempre più piccola e attraverso un velo sempre più lattiginoso. ed è così che ti stramaledico per avermi lasciata monca e con davvero troppo poco da poter dare a qualcun'altro. ed è così che la sera, a volte, mi addormento con le guance bagnate, sussurrando "amore mio"..

martedì 9 marzo 2010

NON C'è TORTO O RAGIONE: è IL NATURALE PROCESSO DI ELIMINAZIONE

Lei è qua, falsità come, radioattività
Che mentre c'è da osare
Uccide lo spettacolo carnale
E l'anima brucia più di quanto illumini
Ma è un addestramento mentre attendo

Che io m'accorga che so respirare
Che sei il mio sovversivo
Mio sovversivo amore
Non c'è torto o ragione
E' il naturale processo di eliminazione

Forse se, forse se, porta ad esitare
Io vengo dall'errore, uno solo
Del tutto inadatto al volo
E anche se vedo il buio, così chiaramente
Io penso la bugia affascinante

E non mi accorgo che so respirare
Che sei il mio sovversivo
Mio sovversivo amore
Non c'è torto o ragione
E' il naturale processo di eliminazione

Lei è qua, lei è qua come, radioattività
Che mentre c'è da osare,
Uccide lo spettacolo carnale
Cinque pianeti, tutti nel tuo segno
Il fallimento è un grembo e io ti attendo

Mentre ti scordi che puoi respirare
Che sono il sovversivo
Tuo sovversivo amore
Non c'è torto o ragione
E' il naturale processo di eliminazione 






NON C'è NIENTE CHE SIA PER SEMPRE.
ALZARSI AL MATTINO. NUTRIRSI. O ANCHE NO. ANDARE A LAVORO O DISDIRE TUTTI GLI APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA. TANTO è TUTTO UGUALE. TANTO NON C'è SAPORE. MI DISPIACE, MA PER UN Pò DISDICO LA VITA. PERCHè? PERCHè SONO UN Pò TRISTE. PERCHè TUTTO SI è DISINTEGRATO ATTORNO A ME. PERCHè NON HO PIù UN PASSATO. NON UNO VERO, QUANTOMENO. PERCHè NON HO DI CERTO UN FUTURO. NON VOGLIO ESSERE FELICE. NON VOGLIO ESSERTI AMICA. NON VOGLIO PIù, MAI PIù TAPPARE I TUOI STRAMALEDETTI BUCHI ESISTENZIALI DEL CAZZO. COME UN CHEWINGUM STRAMASTICATO E SPUTATO VIA QUANDO NON HA PIù SAPORE. TI BASTA ESSERE ATTRATTO DA VETRINE COLORATE PIENE DI CARAMELLE. ED IN GIRO CI SONO DAVVERO TANTI NEGOZI. VECCHI E GIà PIù VOLTE VISITATI. NUOVI APPENA INAUGURATI. O DI PROSSIMA APERTURA, CON UN CARTELLO IN BELLA VISTA PIENO DI DOLCI PROMESSE. MAI PIù IO&TE. IN NESSUN MODO. IN NESSUN SENSO. IL PENSIERO MI CONTORCE LO STOMACO  CHE BUTTA FUORI SCORIE E BUDELLA. èSTATOTUTTOUN'ENORMEBUGIA. IPOCRITA TU. CRETINA IO. QUANTE BUGIE TI DICI. "IO VENDO ILLUSIONI, LE VENDO ANCHE A ME", DISSI. TU FAI LO STESSO. E CAZZO! CONTINUO ANCORA A GIUSTIFICARTI.. CADAVERE, CONTINUO A FARTI SCUDO COL MIO CORPO DA PALLOTTOLE  CHE COMUNQUE NON TI SCALFIREBBERO. IO VOGLIO SOLO DORMIRE. PER SEMPRE.

lunedì 1 marzo 2010

Io vendo illusioni. Le vendo anche a me.


Proprio mentre avrei smesso d'aspettarti come s'aspettano le consuetudini avresti spalancato la finestra serrata sulla mia vita. Lo credevo. Quel pensiero si faceva strada dove non c'era nemmeno la ghiaia per un sentiero. Hai una strana dolcezza nella sfrontatezza che ostenti sui virtuali fogli. Lì, proprio lì dove non arriva nemmeno un raggio di luna hai aperto cautamente la porta al sole. E io qui, nell'ombra, aspetto.
Lentamente si allontanano due corpi straziati, lacerati da una vita fatta di battaglie aperte e perse; deludenti aspettative mirate a trattenerci tra i perdenti pensieri sparsi, persi in questa mente. Io impazzisco cercando tempo al tempo. Ti ricordo. E perdo ancora. Quello che il tempo ci indica... quanta noia, quanta resistenza alla libertà; un mondo, il nostro, regolato dalla costante. Regolato da modalità oppressive, catene, logorii sentiti nel profondo, vincoli. Vincoli posti da noi e vissuti come assoluti.



Maya, hai iniziato il nuovo anno prima di capodanno.
Maya, hai lasciato senza mai allontanarti.
Maya, hai saputo di essere orfana dai tuoi stessi genitori.
Maya, hai imparato prima ancora di prendere lezioni.
Maya, hai pronunciato la promessa di matrimonio senza sposarti.
Maya, hai pagato i tuoi debiti senza sganciare ancora un soldo.
Maya, smettila di perdere ciò che non hai.
Maya, ami una persona solo perché ti è sconosciuta e invisibile.
Maya, lo sai a memoria eppure continui a sbagliare ancora e ancora.

venerdì 26 febbraio 2010

torna. torna sempre.





Old Mister Johnson had troubles of his own
He had a yellow cat which wouldn't leave its home;
He tried and he tried to give the cat away,
He gave it to a man goin' far, far away.
But the cat came back the very next day,
The cat came back, we thought he was a goner
But the cat came back; it just couldn't stay away.
Away, away, yea, yea, yea

The man around the corner swore he'd kill the cat on sight,
He loaded up his shotgun with nails and dynamite;
He waited and he waited for the cat to come around,
Ninety seven pieces of the man is all they found.

He gave it to a little boy with a dollar note,
Told him for to take it up the river in a boat;
They tied a rope around its neck, it must have weighed a pound
Now they drag the river for a little boy that's drowned.

He gave it to a man going up in a balloon,
He told him for to take it to the man in the moon;
The balloon came down about ninety miles away,
Where he is now, well I dare not say.

He gave it to a man going way out West,
Told him for to take it to the one he loved the best;
First the train hit the curve, then it jumped the rail,
Not a soul was left behind to tell the gruesome tale.

The cat it had some company one night out in the yard,
Someone threw a boot-jack, and they threw it mighty hard;
It caught the cat behind the ear, she thought it rather slight,
When along came a brick-bat and knocked the cat out of sight

Away across the ocean they did send the cat at last,
Vessel only out a day and making water fast;
People all began to pray, the boat began to toss,
A great big gust of wind came by and every soul was lost.

On a telegraph wire, sparrows sitting in a bunch,
The cat was feeling hungry, thought she'd like 'em for a lunch;
Climbing softly up the pole, and when she reached the top,
Put her foot upon the electric wire, which tied her in a knot.

The cat was a possessor of a family of its own,
With seven little kittens till there came a cyclone;
Blew the houses all apart and tossed the cat around,
The air was full of kittens, and not a one was ever found.

The atom bomb fell just the other day,
The H-Bomb fell in the very same way;
Russia went, England went, and then the U.S.A.
The human race was finished without a chance to pray.



martedì 9 febbraio 2010

NOTO E AN_NOTO

nel bel mezzo di volute di morbido e carezzevole fumo. parole che si legano amorevoli tra loro, in un amplesso di menti ed animi. come spirali di dna, triplette che acquisiscono senso l'una dall'altra ed insieme si compongono in essenza metafisica e corporea. nei pensieri il senso di tutto ciò, nell'anelito e nel bisogno la controparte oscura e malevola. e la fame che cresce nel petto con splendide sensazioni dolorosamente meravigliose. il desiderio_bisogno di possedere e di essere posseduti che diviene totalizzante e prepotente. un gioco di specchi infinito nel quale si perde l'identità, inconsapevolmente consapevoli, ma non si può fare altro. le parole. l'amore. l'indefinibilità del tempo, l'inutilità dello spazio. in una bolla, frammenti gravitanti appartenenti a due esseri, o forse ad uno solo, non si sa più, che insieme danzano in armoniosi intrecci. la scoperta. la continua scoperta di sè nell'altro.

venerdì 5 febbraio 2010

IO SONO UNA PERA

io sono una pera. lo sono sempre stata. lo sarò per sempre, nonostante tutto. La Cartomante mi ha detto che sono carica ed armoniosa, che ho gli occhi pieni di energia, ma che è tutta ritirata all'interno. ha detto che si vede tutto il mio dolore. ha detto che ho il permesso di essere maleducata ed imperfetta. ha detto che devo lasciarmi vivere dal corpo. il mio corpo. per me è sempre stato solo un avatar, un vestito da indossare solo talvolta. io non sono il mio corpo. il mio corpo è non_me. e invece no. è tutto sbagliato e devo capovolgere l'arcano. come il matto che se lo metti sottosopra sembra diritto e invece non lo è. ho sempre vissuto nell'illusione. ora ho la possibilità di affacciarmi alla realtà e incarnarmi in essa. Io. in volute di fumo e di pro_fumo. il viaggio è iniziato e non voglio perdermene nessun dettaglio. non so come mi scoprirò alla fine, ma devo farlo. è ora. sono ancora scissa, ora.
amazzone d'acciaio o ninfa di porcellana, a chi importa? questa notte, come tutte le notti, saremo in due su quel cuscino, raccoglieremo i pensieri e li porgeremo a lui. penseremo sia un desiderio e invece più probabilmente staremo lì a raccontargli soltanto la nostra storia. quelle parole in chiaroscuro e sempre in lotta tra loro si mischieranno con il vento e con la pioggia che batte sui vetri e che sghignazza divertendosi delle nostre stupide illusioni! E le costruzioni perfette del nostro immaginario? Scivoleranno come sempre tra i rivoli di un'eco farcita di nulla!
io sono una pera. a volte sono metà pera. forse diventerò una pera tuttaintera. forse diventerò più succosa e fragrante. ma io sono una pera. e non diventerò mai nessun altro frutto.

martedì 2 febbraio 2010

E' bello tacere insieme,
Più bello, ridere insieme, -
Sotto il lenzuolo di seta del cielo,
Appoggiati al muschio e al faggio
Ridere bene e forte con gli amici
Scoprendo i denti bianchi.

Se ho fatto bene, meglio tacere;
Se ho fatto male - meglio ridere
E fare sempre peggio,
Fare peggio, rider peggio,
Sinché non scenderemo nella fossa.
Amici! Sì! Così deve andare?
Amen! E arrivederci!

F.N.