venerdì 30 ottobre 2009

ZIA MAME - Patrick Dennis


"Come ti stavo dicendo mia ca-ra," fece Vera in tono molto sostenuto, e persino più britannico del solito"i costumi per "Follie" erano di Chanel. E sai cosa mi ha detto, Cocò? Mi ha detto:"Chèrie (è così che mi chiamava, ma chèrie), sappi che i vestiti influenzano l'umore, tutto". E aveva ragione. Ti ricordi l'ultimo atto, quando Lady Esme scende le scale dopo che Cedric si è sparato? Bene, io lì avrei voluto un abito nero, ma Chanel mi ha detto:"Chèrie, non se ne parla, devi essere in grigio. Giornata grigia, umore grigio, abito grigio. Al massimo, ma proprio al massimo, con un tocco di zibellino" e sai cosa mi ha detto Brooks Atkinson di quel costume? Oh, non me lo dimenticherò mai - ha detto che trasformava una recita da filodrammatica in puro Shakespeare". (...) "Ovvio, amore mio" disse con quella sua logica in grado di condurre alla pazzia chiunque se ne lasciasse imbrigliare. "Sapevo che avresti ritenuto tuo dovere ergerti a paladino di quella povera vittima di Agnes".

giovedì 29 ottobre 2009

LUNA_tica


NIENTE PIù DOMANDE, NIENTE PIù RICHIESTE, NIENTE PIù PRETESE.
C'è: PRENDO, grazie alla prossima_
NON C'è: e perchè dovrebbe esserci? cercherò altrove___
vorrà dire che se mi ritroverò sotto la pioggia indosserò il più bel(l'?) impermeabile rosso lucido (charms alla fragola un pò succhiata). del resto, a che vale continuare ad imprecare contro un cielo livido che non ti ascolta?????? e allora va bene così_il fegato non ringrazia, ma si adeguerà. imparerà. alla fine_
l'altalena è un pò scomoda a volte. ma posso scendere quando voglio.
il mio olfatto si era abituato|TRADITORE|e non mi faceva più sentire il tuo meraviglioso profumo. che c'è. c'è sempre stato. e ci sarà sempre|ORA LO SO|anche le volte che non sarò in grado di sentirlo. PERCHè L'ESSENZIALE è INVISIBILE AGLI OCCHI, diceva la volpe. LA VERITà è CHE LA VERITà CAMBIA _Nietzsce_ anche solo nel piccolo spazio di un post.

sabato 24 ottobre 2009

H(a)_udimento INTERPERSONALE: QUANDO L'INIMMAGINABILE DIVIENE REALE. una balia, no. ma una persona che si interessa e si preoccupa materialmente di te.. questo sì. che meravigliosa sensazione: abbandonarsi su ciò che si sa bambagia e che... |meraviglie delle meraviglie|... si dimostra essere proprio bambagia... abbandonarvisi completamente:__FADIMECIòCHEVUOI__ e portamipuresullasennatantovogliosolofluttuare___ E TENERMI A GALLA. che, di questi tempi, peggio del crollo della borsa del '29, poco non è... tanto Freud, e tutti i suoi discepoli, pare abbiano pensato proprio a me..mi ritroverò su unodiqueimanualichesannotuttodituttiechenellenoteapièdipaginaindicanoancheilmiocodicefiscale |SCTMRF80B51G964P~_______ i simboli vanno da soli e io li lascio andare. e, infine, quando tutto tornera (accento} nel suo piattume io___ come L/ARABAFENICE dei miei sogni__ /risoregero-sempre accento\ in Deimos, figlio di Ares e Afronite_GUERRA+AMORE_

mercoledì 21 ottobre 2009

SUONO DI TABACCO IN MANSARDA

come in una di quelle sfere di vetro con la neve. intrappolata qui dentro. aspetto. se mi agito posso solo alimentare la neve, che non è poi così morbida e graziosa quando non sei felice. aspetto. lo sento. è acquattato dentro di me e attende solo che la notte si faccia un pò più fitta. attende che non ci sia nulla, proprio più nulla a cui possa aggrapparmi, che possa farmi distrarre, che possa farmi intuire la vita anche solo fuori di me. il Tizio è scatenato. lo è già da ieri notte. ha dato quasi il meglio di sè. sento che anche ora è vigile. lui è sempre molto attento. non so come affrontarlo. sono stanca. non voglio doverlo fare. non ora. sento che prepara il suo vagito lancinante. so che non avrà pietà di me. non posso annientare lui senza annientare me. è l'attesa che è snervante.


BASTA

martedì 20 ottobre 2009

LON_TANA



vuota la piazza. come me. vuota, solitaria e fredda. di un freddo che parte dall'interno che, come ghiaccio, poi si espande e si cristallizza. il freddo congela e spezza le lancette dell'orologio che, nella sua inconsapevolezza, sarebbe continuato ad andare. e un blocco di ghiaccio prova a farsi strada nello stomaco, ma lì si ferma e muore. un nuovo aborto. un nuovo lutto senza nascita. perfette copie di me che si aggirano per il mondo, così. uniche. banali. no. non posso più scrivere ora.

venerdì 16 ottobre 2009

ANATO_MIA ORALE - parte seconda

stamattina mi sono svegliata presto ed ho fatto una lunga passeggiata. e ho comprato un ciucciotto. di quelli grandi, gialli e morbidi. ...dicono mi possa aiutare a riappropriarmi dei miei bisogni orali. dicono possa sovrascrivere i miei ricordi in modo da sopprimere l'accostamento tra nutrimento e veleno. dicono. ma secondo me un chupa chups alla ciliegia andava benissimo lo stesso. ma se avessero ragione loro??? devo ammettere, però, che ha una sua piacevolezza. resto stupita dalla forza dell'atto del succhiare. mi dà fiducia. sono in grado di succhiare il mondo, allora. è proprio vero. se poi riuscissi a convincermi che non è avvelenato, allora sarei salva. succhiare il mondo e non RI_succhiare le persone, questa è la prescrizione. il respiro è nella pancia, ora. in principio fu nelle caviglie, poi diventai enorme polmone ed ora palpita nella pancia. quanti mondi ci sono all'interno. ed ognuno ha la sua compiutezza. ogni tanto mi capita ancora di perdermi. e mi spaventa. ma ogni disorientamento diventa nuova conquista, al termine del suo percorso. nuova conoscenza di arcaiche parti di me. di parti dimenticate o sconosciute. e puntualmente, quando mi trovo nel mezzo del vortice, non riesco a fare i giusti e palesi collegamenti. vivo la mia follia appieno, senza consapevolezza. che strano. paradossale. gioco con la mia mente, mi perdo nel gioco e dimentico le regole. poi, quando giungo a compimento, tutto si rischiara. e allora io rido. rido di me e rido con me. oggi io rido e succhio. è dolce. oggi io cullo la mia mente. cullo anche il TIZIO. oggi si lascia nutrire da me, che mi nutro, senza risucchiarmi e senza corrodermi.
oggi è una buona giornata.

mercoledì 14 ottobre 2009

LA MARCIA DEI SOLDATINI DI LEGNO - ovvero: ANATO_mia orale

sento la solitudine dentro di me. la solitudine è come un organo vuoto. c'è il cuore, il fegato.. e l'organo vuoto. sogno di essere neonata ed affondare in un enorme, caldo, morbido seno stillante fiumi di ambrosia. sono stata sulla spiaggia stasera. ho ancora la sabbia tra le dita fredde dei piedi. sono stata sulla spiaggia ed era freddo. ed era perfetto. sono stata sulla spiaggia in una perfetta solitudine, con le luci che si riflettevano sul mare appena increspato. la solitudine è il mio mondo. dentro e fuori di me. ed io vorrei succhiare il mondo. essere invasa dal calore dell'amore liquido. sono così stanca. stanca di maschere, di orpelli, stanca di avere bisogno, stanca di negare il mio bisogno. voglio solo essere abbracciata. voglio solo saper chiedere un abbraccio. voglio ora diventare oggetto e non essere ancora soggetto in perenne autocombustione. ESSERE OGGETTO D'AMORE.
sto bene, ora. ma solo perchè non ho più la forza di stare male e di distruggere e di distruggermi e di ricostruire sempretuttodaccapo. di nutrirmi e di svuotarmi. non voglio più neppure la mia perfezione atuttiicosti. voglio poter essere giustamente sbagliata, ed essere amata nonostantetutto. ci provo. gatto lo sa se non ci provo ogni giorno. e lui è l'unico a cui permetto di sapere. felino e sordo. gli altri non devono preoccuparsi per me, non lo sopporterei. falserebbe tutto ancor di più. non posso usare la manifestazione del mio dolore come arma di ricatto, di vendetta. "io ti punirò con il mio dolore". no. non più.
quando occhi si posano su di me provo disgusto. desidero occhi che diventino me. unirmi a loro in una simbiosi d'amore. anche solo per un pò. cosa si prova? non lo so. non lo so più. non ricordo.

ricordo_IL RAGAZZO DAI CAPELLI VERDI_

mercoledì 7 ottobre 2009

io muoio


è troppo. esce fuori di me con una lentezza esasperante e una pesantezza insostenibile. voglio una testa comune. voglio un cuore comune. non voglio più morire per un qualcosa che non ho mai vissuto.vedo gli altri attorno a me che almeno riescono ad immaginare la propria felicità futura; anche se non ci arriveranno mai in tutta la vita, hanno però la speranza di raggiungerla. io no. sono senza possibilità. senza soluzione. io e basta. e questo nucleo di magma bollente che ho nello stomaco mi impedisce di vivere. vivo il lutto della perdita dell'Amore che non ho mai avuto. della VITA che non ho mai vissuto. "incomunicabilità" è il nome che ho dato alla bugia. "solitudine" è la sua essenza. io che sono menzogna non so esserlo fino in fondo. io, che vorrei vivere come non sono, non so farlo. che muoia la parte di me che più amo e che mi uccide ogni giorno. che lasci spazio al resto. ci deve pur essere qualcos'altro dentro di me, da qualche parte. ho due mani, un fegato e sento i profumi come chiunque altro. di cosa è fatta la lastra invisibile che mi isola dal mondo? dall'Altro? voglio solo quello che tutti vogliono. ma io non sono tutti. a quanto pare. io non sono nulla. io non esisto. io. continuo a scriverlo cercando di dare un senso a questa piccola parola. ma sono solo lettere. senza colore. senza accento. senza significato. come me. cosa c'è da amare, in me__ cosa cazzo mai pretendo ci sia nel mondo degno del mio amore__il mio amore__ come se fosse la merce più pregiata al mondo... come se fossi la principessa che lo concederà solo a colui che mille prove avrà superato per lei__ ma non ci sono draghi nè labirinti. non c'è nulla. e nel nulla io esisto. solo nel nulla posso splendere, luminosa.
il tizio è vigoroso, oggi.

e così, prendo congedo da me____


sabato 3 ottobre 2009

saw & unsaid

tutto ciò che non dicevi in tutto questo tempo, affondava dentro di me lame profonde, che recidevano le mie sicurezze. poi hai detto. sotto tortura, ma hai detto. e tutta la mia persona si è rivoltata; tutto ciò che era dentro ora è fuori e quel che era fuori si trova ora in mezzo! mi sono trasformata. un pò troppo, forse, come risultato, tenendo presente che le tue parole sono mutevoli, ma pur sempre un degno risultato. sono più forte ora. molto più forte. questa forza me l'hai permessa tu. e pensare che avrei potuto tirarla fuori da tanto tempo... non capivo, prima. eppure era così evidente.. ma ora ti sei di nuovo rinchiuso dentro te stesso ed io sprofondo nella delusione del dover cercare nuovamente la chiave. era troppo. e questo ne è il risultato. IN GRIGIO