lunedì 1 marzo 2010

Io vendo illusioni. Le vendo anche a me.


Proprio mentre avrei smesso d'aspettarti come s'aspettano le consuetudini avresti spalancato la finestra serrata sulla mia vita. Lo credevo. Quel pensiero si faceva strada dove non c'era nemmeno la ghiaia per un sentiero. Hai una strana dolcezza nella sfrontatezza che ostenti sui virtuali fogli. Lì, proprio lì dove non arriva nemmeno un raggio di luna hai aperto cautamente la porta al sole. E io qui, nell'ombra, aspetto.
Lentamente si allontanano due corpi straziati, lacerati da una vita fatta di battaglie aperte e perse; deludenti aspettative mirate a trattenerci tra i perdenti pensieri sparsi, persi in questa mente. Io impazzisco cercando tempo al tempo. Ti ricordo. E perdo ancora. Quello che il tempo ci indica... quanta noia, quanta resistenza alla libertà; un mondo, il nostro, regolato dalla costante. Regolato da modalità oppressive, catene, logorii sentiti nel profondo, vincoli. Vincoli posti da noi e vissuti come assoluti.



Maya, hai iniziato il nuovo anno prima di capodanno.
Maya, hai lasciato senza mai allontanarti.
Maya, hai saputo di essere orfana dai tuoi stessi genitori.
Maya, hai imparato prima ancora di prendere lezioni.
Maya, hai pronunciato la promessa di matrimonio senza sposarti.
Maya, hai pagato i tuoi debiti senza sganciare ancora un soldo.
Maya, smettila di perdere ciò che non hai.
Maya, ami una persona solo perché ti è sconosciuta e invisibile.
Maya, lo sai a memoria eppure continui a sbagliare ancora e ancora.

1 commento:

Lorenzo ha detto...

lasciateci perdere,
non si può sempre vincere.