giovedì 4 ottobre 2012

E Poi Ti Accorgi Che I Mulini A Vento Che Combattevi Erano Veri Giganti

perchè è difficile ingibbonirsi quando ti scorre piombo fuso nelle vene. tu ci provi, ma ti rendi conto che è l'ennesima recita e che quella bacchetta magica è solo una stella di cartone in mano ad una tipa ambigua con la parrucca bionda, che più che una fatina, assomiglia ad una battona.. e allora ti abbandoni a te stessa, e a quel punto sei in caduta libera, in preda ai fumi del peggior alcol in una profondissima spirale-centrifuga.
poi se ti guardo, se mi tocchi, non sono più Alice che precipita nel paese delle Meraviglie, ma tutto intorno a me si ferma. a questo punto le varie opzioni si aprono davanti a me come finestre di Windows, a me la scelta... cosa voglio impersonare ora? la rabbia funesta senza senso ma pur sempre piena di inutili parole oppure il senso di gratitudine di chi, finalmente, trova l'accoglienza del tornare a casa?  lo scontro, il cibo, il nuovo chignon, tutti escamotage per non essere, per non sentire, per recitare in eterno lo stesso copione, in cui, se va bene cambiano le battute, ma alla fine la storia è sempre la stessa... perchè fà paura contattarsi, prendere in consegna te stessa nella nuda verità dei propri desideri. i muscoli della nuca si fanno contratti, la testa fa un male cane e tutto dentro di te urla che è arrivato il momento: respira, vivi, e scendi nei piedi perchè... the only way out is down...

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