venerdì 5 dicembre 2008

I'm trapped inside


Esistono delle trappole in cui più la povera preda si divincola, più ne rimane imbrigliata.
E' quello che ho fatto io fino ad ora, senza rendermene conto, o forse pur sapendolo. Ho continuato a divincolarmi con un cappio attorno al collo: ad ogni mio movimento sentivo le corde stringersi sempre più e soffocarmi. Il dolore era l'unica prova dei miei movimenti. Il dolore mi faceva sentire viva. Ora sto provando ad agire in modo diverso. Non a rimanere immobile (questo era il piano B miseramente fallito), ma solo a lasciarmi andare al flusso. E' forse questa la via. Lascio aperta me stessa a tutto. Sono solo una porta. Entrate e uscite a vostro piacimento, forza! Non c'è nessun biglietto da pagare! Anche io entro ed esco da me stessa senza impegno.Anche il mio TIZIO, il mostro che vive dentro di me, accudito da me, lo fa. Accetto. - IO SONO LA PORTA INTROVATA -
Mi lascio andare, dunque. E che tutto faccia ciò che deve. Cosa c'è meglio di Mozart per questo?





Rondò Veneziano - Mozart

2 commenti:

Carmelo M. ha detto...

dunque, arrestare in noi il perpetuo movimento vitale, far di noi tanti piccoli e miseri stagni in attesa di putrefazione, mentre la vita è flusso continuo, incandescente e indistinto.
Vedi, è questo il pensiero che mi sconvolge e mi rende feroce!
La vita è il vento, la vita è il mare, la vita è il fuoco; non la terra che si incrosta e assume forma.
Ogni forma è la morte.

Abbiamo finito di morire. E questo abbiamo chiamato vita!

Maya ha detto...

hai frainteso le mie parole.non ho parlato di immobilità, ma forse più che mai di tributo al flusso della vita che tu stesso tanto acclami! abbandonarsi al suo flusso, al suo flusso vitale è ciò che intendo. il flusso va, il flusso sa. forse. spero.