mercoledì 25 febbraio 2009

avvizzita

le tue braccia non sono le sue. le sue sono forti, presenti e mi cercano. le tue sono, erano, e per me sempre saranno braccia di contorsionista che abbraccia se stesso. cerco di sentirmi viva, ora, tra le sue di braccia. nelle mie braccia, nelle mie dita, non c'è più amore, e sarà difficile ce ne sia di nuovo; ma le mie dita seguono le splendide linee del suo corpo, muto, e si riempono di gioia estetica, quando vorrebbero farlo di gioia estatica.

Non è quello che dici: è quello che non dici.
Non un’ombra di trasalimento, un bisbiglio di eccitazione.
Questo rapporto ha la stessa passione di nibbi reali.
Voglio che qualcuno ti travolga, voglio che tu leviti, voglio che tu canti con rapimento e danzi come un derviscio.
Abbi una felicità delirante o almeno non respingerla.
(vi presento joe black)
io il trasalimento l'ho provato con te. sono stata posseduta da un derviscio e come lui ho danzato fino a perdere i sensi. hai bevuto fino alla mia ultima stilla vitale e poi ti sei girato dall'altro lato, dimenticandoti di me, agonizzante. guardandomi con sdegno perchè non avevo più nulla da offrirti. nulla si è rigenerato da allora, in me. e nulla c'è ora in me, per me e per lui. poco mi importa per lui (e di lui), tanto è ingombrante il vuoto che echeggia dentro di me. sterile, avvizzita, ormai. e allora fingo; fingo di vivere, così, per non perderci l'abitudine.

2 commenti:

Carmelo M. ha detto...

ti capisco..ti direi che poi..col tempo, l'abitudine..le cose passano..
ma non ci credo nemmeno io... i vuoti rimangono..sterili..li dove son stati creati.
Qualcosa magari si riverserà nelle crepe, ma sarà momentaneo, fittizio..come sostituire il sangue interamente con acqua..

Lorenzo ha detto...

è un gioco crudele
a te piace essere cercata
a lui piaceva cercarti
ma quando ti ha avuta e riavuta
non trova più il gusto
che altri trovano ancora
cerca anche tu il gusto
non rassegnarti
non è mai il tempo